Uno speech efficace, nell’era digitale, concede la possibilità di divulgare le tue idee a un numero impressionante di persone.
Le occasioni per parlare in pubblico sono sempre di più e ogni occasione rappresenta un’opportunità. Ma forse tu queste occasioni non le stai sfruttando perché non sai parlare in pubblico efficacemente.
Mi capita spesso di assistere a conferenze, seminari e convention, in cui i vari oratori che si succedono non rimangono impressi nella mente di nessuno e l’unica sensazione che lasciano al pubblico è solo quella di avergli fatto perdere del tempo.
Io credo che il sassofonista americano Bern Hebster avesse ragione quando diceva che
“Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”.
E questa cosa è molto evidente quando occasioni di public speaking risultano buttate al vento.
Ho provato a riflettere sui motivi per cui ciò accade e sono arrivato alla conclusione che esistono 3 ragioni principali per cui molte persone non riescono a parlare in pubblico efficacemente.
Molte persone non si rendono nemmeno conto di non essere in grado di parlare in pubblico. Soprattutto chi lo fa da tanto tempo: siccome sono anni che parla in pubblico è convinto di saperlo fare bene. Ma non si rende invece conto che sono anni che annoia il suo pubblico.
Scrivitelo in grande: fare una cosa da tanti anni non significa in automatico saperla fare bene!
Ci sono numerosi imprenditori, manager, professionisti e formatori che non si fermano ad analizzare come espongono i loro argomenti perché ritengono di essere competenti.
Ma conoscere bene una materia è una cosa, saperla esporre altrettanto bene è un’altra! Si tratta di due competenze distinte e distanti.
C’è poi un altro problema legato all’inconsapevolezza, che è la parlantina. Ossia ci sono persone spigliate, che non hanno problemi ad approcciarsi ad un pubblico perché dotate di un eloquio ricco.
Mettiamo in chiaro una cosa: chi ha la parlantina sciolta non è automaticamente un buon comunicatore.
Parlare tanto non significa essere grandi comunicatori. Non è la quantità di parole che dici che ti rende capace di parlare in pubblico efficacemente.
Questo perché, parlare tanto non significa sapere come usare la voce, come sapere interessare e mantenere l’attenzione.
Anzi. Chi ha la tendenza a parlare tanto è spesso portato a divagare, aprire parentesi e perdere il filo del discorso. In questo modo al pubblico non resta nulla di ciò che è stato detto.
Registrati e fatti dare dei feedback ogni volta che parli in pubblico. E’ un buon modo per iniziare a capire come mettere a fuoco i tuoi punti deboli per poterli migliorare.
La paura di parlare in pubblico ce l’abbiamo tutti e chi non ce l’ha mente. Questa paura nasce dalla paura del giudizio, sia quello degli altri, che soprattutto del nostro.
Ed è questa paura quella che genera tutte le altre collegate al public speaking: paura di annoiare, paura di non essere all’altezza, di bloccarsi, di scordarsi le cose, di apparire goffi e impacciati.
Ma è proprio questa paura che ti porta realmente poi ad essere noioso, rigido e insicuro.
E’ come un cane che si morde la coda. Siccome hai paura di metterti in gioco, per non rischiare brutte figure, usi una voce piatta e monocorde. Tieni una postura chiusa per non farti troppo notare e rimani defilato rispetto al pubblico, pensando che, in questo modo, meno il pubblico ti nota, meno sarai giudicato.
Invece devi padroneggiare la tua presenza scenica, perché quando parli in pubblico sei tu il protagonista della scena, come un attore su di un palcoscenico, perciò devi imparare a stare al centro dell’attenzione.
Questo non tanto per metterti in mostra, ma perché tu sei il mezzo attraverso cui veicoli il tuo messaggio.
Finché non riesci a capire che puoi divertirti a parlare in pubblico, la paura sarà più grande della voglia di essere lì e di risultare utile e interessante per chi ti ascolta.
Per la paura del giudizio, purtroppo in molti preferiscono non divulgare le proprie idee o, se fanno, non lo fanno in modo adeguato per non correre il rischio di mettersi davvero in gioco.
Preparati al meglio ma concediti la possibilità di sbagliare. Il tuo obbiettivo quando parli in pubblico non è quello di essere bravo, è quello di farti ricordare. Quindi non devi essere perfetto, devi essere efficace.
Non volermene, ma la maggior parte delle persone che parlano in pubblico sono poco preparate, non tanto sul contenuto, quanto sulla forma della loro esposizione.
Questo perché quasi nessuna scuola o corso universitario fornisce ai propri studenti questo tipo di preparazione, sempre più necessaria per emergere e distinguersi.
La scuola dà forse per scontato che tu sappia scegliere e organizzare i tuoi contenuti e che tu sappia padroneggiare la forma dell’esposizione, gestendo lo spazio attorno a te, il tuo corpo, la tua voce, le tue emozioni.
Si tratta invece di competenze che vanno acquisite e sperimentate gradualmente.
Inoltre, nessuno ti insegna a gestire la strumentazione tecnica (vedi slide, filmati o quant’altro), i tempi a disposizione e gli eventuali imprevisti.
Infine, cosa più importante, nessuno ti istruisce su come costruire e gestire il rapporto col pubblico. Ci si scorda troppo spesso che se c’è un oratore che parla è perché c’è un pubblico che ascolta, e l’atteggiamento del pubblico è determinato per buona parte dall’atteggiamento dello speaker.
Provare, provare, provare…
Ora non perderti d’animo.
“Tutti i grandi oratori sono stati all’inizio dei pessimi oratori” Ralph Waldo Emerson.
Si tratta innanzitutto di partire dalla consapevolezza dei propri limiti e dalla propria voglia di mettersi in gioco per acquisire una competenza sempre più determinante.
Puoi fare tutto questo da solo. Sbagliare, riprovare, migliorare, risbagliare e andare a tentativi.
Oppure puoi avvalerti dell’aiuto di qualcuno di esperto che può aiutarti a farti notare i tuoi punti deboli, a gestire la paura di parlare in pubblico e suggerirti le strategie per trovare il miglior approccio psico-fisico a una performance dal vivo.
Saper parlare in pubblico efficacemente non è una competenza riservata a pochi eletti, si può e si deve imparare, perché è una capacità chiave per chi vive nel ventunesimo secolo.
Se vuoi saperne di più cerca le date del mio prossimo corso per parlare in pubblico.