Lo diceva anche Platone: “L’inizio è la parte più importante di un lavoro”.
Non solo, l’inizio è solitamente la fase di un intervento in cui si ha il grado più alto di stress: tutti i presenti ti guardano, ti ascoltano, si creano delle aspettative su di te. E poiché non avrai una seconda occasione per dare una prima buona impressione devi essere preparato a cominciare bene.
Cominciamo allora!
La strategia che ti propongo oggi è tanto antica (sembra l’abbia messa a punto Socrate…) quanto efficace: rivolgi al pubblico delle domande.
La nostra mente quando è passiva è facilmente distraibile. Pertanto fare delle domande al pubblico lo fa sentire partecipe e lo mette in uno stato di attivazione.
Inoltre, se sei riuscito a informarti prima sul tipo di pubblico che avrai davanti (cosa che ti consiglio vivamente di fare!), le tue domande saranno calibrate alla situazione e agli interessi dell’uditorio. Magari è proprio una domanda che il pubblico si sta effettivamente ponendo. A quel punto ti sei assicurato l’attenzione non solo per l’inizio ma anche per il resto dell’intervento.
E’ chiaro che poi a quella domanda devi rispondere!
Ci sono molti vantaggi nel cominciare con una domanda.
- Rompere il ghiaccio.
- Se hai un po’ di ansia o emozione per l’intervento che stai tenendo, porre una domanda ti consente di distogliere l’attenzione da te e di focalizzarla sul pubblico, permettendoti di scioglierti progressivamente.
- Se la domanda è ben calibrata risulterai non banale, pur utilizzando una tecnica classica di apertura.
- Coinvolgi fin da subito l’uditorio e di conseguenza attiri l’attenzione.
Che tipo di domanda fare?
Beh, per esempio, potresti fare delle domande sull’argomento oggetto del tuo intervento, tipo “Chi ha già avuto esperienze in merito all’argomento di cui tratteremo?”, oppure “Come mai siete qui oggi?”.
Anche domande retoriche vanno benissimo, perché comunque attivano la mente del pubblico.
La cosa importante è non far passare troppo tempo da quando cominci il tuo intervento prima di fare una domanda. Altrimenti il pubblico entrerà in modalità “spettatore passivo” e poi sarà molto difficile trovare qualcuno che abbia voglia di interagire.
E se non ti risponde nessuno?
Innanzitutto cerca di trovare domande che siano di facile comprensione e che siano brevi. Tuttavia potrebbe anche succedere che nessuno risponda.
Che fare? Innanzitutto, niente panico!
La cosa sbagliata che capita più di frequente in questi casi è proporre subito un’altra domanda o dare tu la risposta facendo come se non avessi fatto la domanda. Il mio consiglio, invece, è quello di aspettare con calma qualche secondo, guardare il pubblico e provare a “invitare” a rispondere con la gestualità (braccia verso il pubblico, palmi delle mani verso l’alto, dita che si piegano chiamando verso di te).
Se ancora nessuno risponde potresti, con calma, riprendere a parlare dicendo “Dal mio punto di vista…” o “In base alla mia esperienza…” e proporre una possibile risposta. Dopodiché chiedi al pubblico “Chi è d’accordo?”.
Nel fare quest’ultima domanda alzi un braccio, in modo da indurre nel pubblico una risposta per alzata di mano. Così, anche se non sono propensi a risponderti verbalmente in quel momento, li hai comunque coinvolti e attivati e sarai riuscito a iniziare con una domanda.
Conclusioni
In ogni caso, come in ogni campo, anche la capacità di trovare le domande giuste è un’abilità che va allenata. Se a una domanda non risponde nessuno è molto probabile che tu abbia posto una domanda poco interessante o l’abbia esposta in maniera poco chiara.
Quindi il mio consiglio è provare, provare, provare…